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intervenire e testimoniare
(inverno)
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INTERVENIRE E TESTIMONIARE:
a partire proprio da casa nostra.
Che cosa fare una volta tornati a casa?
Saremo cambiati,
avremo sentito e visto cose che avranno lasciato il segno.
E sentiremo, forse, il bisogno di agire e fare qualche cosa anche
noi per migliorare questo mondo, per costruire insieme una via
per la Pace.
Spunti, suggerimenti, attività da organizzare e proporre
a chi non è stato in Bosnia, perché l'esperienza di Sarajevo
non si esaurisca nel breve tempo di un campo.
Il progetto Sarajevo non termina al porto di Ancona, quando i Clan/Fuoco
si salutano e ciascuno torna a casa propria. Si può dire
che questo sia un nuovo inizio, una nuova fase del progetto.
Tornati a casa ci accorgiamo di essere chiamati a intervenire nella
nostra realtà, per sensibilizzare chi ci vive intorno e raccontare
quel che è stato, oltre a raccontare quello che è stato
per noi.
Raccontare con le parole e le immagini, nelle scuole come in Parrocchia,
fra i compagni di classe e i genitori, a tutto il paese, al quartiere...
proseguire a parlare di questa questione balcanica che di certo
non può dirsi conclusa, per dare voce a quanti abbiamo incontrato,
per continuare a parlare di una guerra che non smette di porre
degli interrogativi importanti.
Dopo l'osservazione e la deduzione ecco la fase dell'intervento.
Quarantott'ore dopo il ritorno dalla Bosnia ti senti disorientata.
E molto arrabbiata. Parlare a gente che non vuole sapere ciò
che tu sai, non vuol sentirti parlare delle sofferenze, dello
smarrimento,
del terrore e dell'umiliazione degli abitanti della città che
hai appena lasciato. E, cosa ancora peggiore, quando poi fai
ritorno nella tua città "normale" e i tuoi
amici ti dicono: "Oh,
sei tornata; ero preoccupato per te" - renderti conto
che neanche loro vogliono sapere. Capire che non potrai mai
spiegare
loro nè quanto sia terribile "lì" nè
quanto ti fa star male essere tornata "qui". Che
il mondo sarà sempre diviso in "qui" e "lì"
Susan Sontag
Queste frasi della Sontag lasciano smarriti,
potrebbero intimorire. Ci pongono di fronte a una questione tutt'altro
che secondaria: Sarajevo ci lascia il compito di raccontare. Anche
a chi all'apparenza sembra non voler ascoltare. Trovare il modo
di portare a termine questo compito, con impegno e fantasia, con
creatività e determinazione. Pare un'impresa impossibile
per un Clan/Fuoco...
Un uomo che stava dall'altra parte del globo ebbe a dire "Siamo
realisti, esigiamo l'impossibile".
Noi siamo realisti, e ciò che proponiamo ai Clan/Fuoco è di
andare al di là dell'impegno superficiale, di tornare a casa
e di intervenire nelle realtà quotidiane, con coraggio e
con forza.
Alcuni progetti invernali hanno permesso ai Clan/Fuoco di far parlare
di ex-Jugoslavia interi paesi, consigli comunali, Parrocchie, scuole.
Vogliamo spingervi a incontrare le persone che vi circondano, spesso
ignare di ciò che è stato e di ciò che è,
senza dimenticare che quel che è stato potrebbe drammaticamente
ancora tornare a essere, ovunque. Non è un gioco di parole,
anzi.
Come fare tutto questo?
I protagonisti di questo progetto invernale siete voi, a ciascuno è chiesto
di concorrere a progettare e portare a termine questa fase di intervento:
la Pattuglia Sarajevo è a disposizione per suggerimenti, consigli,
materiale, supporto morale.
"In piedi, operatori di pace!"
don Tonino Bello
... dai un'occhiata a cosa è stato fatto! |